L¿esperienza della vita, anche quella di chi è chiamato a guidare una comunità come pastore, si gioca molto tra la freschezza di sapersi stupire di cose e persone e la routine quotidiana che porta a non meravigliarsi più di niente. Davanti a un¿opera d¿arte, c¿è chi rimane senza parole e c¿è anche chi resta indifferente. Davanti a un tramonto che solo la laguna di Venezia o le Dolomiti possono offrire, c¿è chi non trova il fiato nemmeno per respirare e c¿è chi con molta più praticità guarda l¿orologio con la paura di far tardi per cena. Davanti a una persona cui si vuol bene e che mostra il suo volto sorridente e rassicurante, c¿è chi sa rispondere ricambiando il sorriso mentre il cuore va in tachicardia e c¿è invece chi pensa di poterne approfittare per ottenere qualcosa.Queste riflessioni biblico-liturgiche, che hanno segnato la mia vita di prete, anche in quest¿ultimo tempo di emergenza sanitaria, spero possano mostrare che, pur nella tentazione della rassegnazione, c¿è sempre spazio per lo stupore e la gratitudine.