Con Napoleone Bonaparte e le sue "conquiste artistiche" il Louvre, ribattezzato Musée Napoléon dal direttore Dominique-Vivant Denon, divenne di fatto la prima galleria d'Europa che oggi ben conosciamo. Fu proprio nella Campagna d'Italia che Bonaparte inserì, per la prima volta, la consegna dei capolavori dell'arte fra le clausole dei trattati di pace con i sovrani sconfitti. La politica di confisca dei tesori artistici ai Paesi conquistati, perpetrata in maniera arbitraria già dal Direttorio di Parigi, fu così "legalizzata" da Generale. Non mancarono le voci di protesta di molti intellettuali ed estimatori del patrimonio italiano: primo fra tutti, Quatrèmere de Quincy, le cui "Lettere a Miranda" raccolsero gli elementi a difesa dell'integrità dei capolavori che, tolti dal loro ambiente naturale, avrebbero rischiato di perdere il loro valore originale. Con il supporto di documenti e immagini, il libro ricostruisce le vicende che, negli "anni francesi", videro la Toscana granducaleprotagonista di una delle più note operazioni di rastrellamento e spostamento di opere d'arte della storia contemporanea.