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Alla fine della Fenomenologia della percezione (1945), Merleau-Ponty stabilisce giustamente che l'uomo è un "essere di relazione". Il mondo in cui viviamo non esiste in termini assoluti, nel senso che è il risultato di una serie di operazioni volte a spogliarlo delle sue imperfezioni, o che non è un mondo informe e caotico a cui bisogna dare una forma e organizzarlo, cioè renderlo uniforme affinché risponda a una razionalità incontestabile. Significa anche che l'uomo non esiste nella purezza di un essere. Come corporeità vivente, accede a un mondo in realizzazione permanente, già presente,…mehr

Produktbeschreibung
Alla fine della Fenomenologia della percezione (1945), Merleau-Ponty stabilisce giustamente che l'uomo è un "essere di relazione". Il mondo in cui viviamo non esiste in termini assoluti, nel senso che è il risultato di una serie di operazioni volte a spogliarlo delle sue imperfezioni, o che non è un mondo informe e caotico a cui bisogna dare una forma e organizzarlo, cioè renderlo uniforme affinché risponda a una razionalità incontestabile. Significa anche che l'uomo non esiste nella purezza di un essere. Come corporeità vivente, accede a un mondo in realizzazione permanente, già presente, pieno di vita, che non è per lui un ostacolo o una semplice giustapposizione di idee. Lo scopriamo attraverso la sua storia, la sua cultura, il suo stato sociale e, ancora di più, nella sua vita emotiva. L'uomo è sempre in contatto con il mondo esterno. E tutto suggerisce che non ha senso se cerchiamo di definirlo da solo, di percepirlo piuttosto e solo dall'interno. Questo significherebbe che non si vedrebbe o capirebbe come uscire da sé nel mondo, se non per un decreto arbitrario.
Autorenporträt
Steve Gwompo Djopkap es actualmente estudiante de la Escuela Normal Superior de la Universidad de Yaundé 1, donde se interesa por los grandes temas de la filosofía fenomenológica tal y como los desarrollaron Edmund Husserl y sus herederos.