Attualmente ci si preoccupa più della sostituzione dell'essere umano con l'"intelligenza artificiale" che della costruzione di nuovi metodi di analisi e concettualizzazione. Non è una novità, perché nel corso della storia è emerso quello che è il criterio di verità per ciò che si studia, una sorta di filtro validante della conoscenza che all'inizio era Dio, poi la Ragione assoluta dell'uomo e ora i Dati. In questo libro-manifesto racconteremo come siamo arrivati a quello che abbiamo definito "Datacentrismo", perché mentre i lavori data-robust - come sottolineerebbe Byung Chul-Han - si concentrano su problemi che soddisfano i criteri di Hadamard, i problemi malvagi non rientrano in queste premesse. Si tratta di problemi privi di soluzioni uniche ed esistenti, di condizioni statiche e di dati continui, che evidenziano in questi casi la superiorità di risoluzione dell'intelligenza organica umana rispetto a quella artificiale, sapendo differenziare i vantaggi tra intelligenza neurale e informatica digitale. Concludendo che: l'umano è inevitabile e il processo è perfettibile.
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