Il Diavolo dell'Arazzecca è una raccolta di racconti ambientati nell'Abruzzo del Novecento, tra natura, superstizioni e vita semplice del popolo di Castel di Sangro. Di seguito le sinossi dei 3 racconti. Il Diavolo dell'Arazzecca La locomotiva percorreva, come ogni mattina, il versante brullo di Spino Rotondo, diretta a Roccaraso. Quel giorno però, alla stazione di Castel di Sangro, scese il professor Bellamico: forestiero, ricco e con l'apparente missione di studiare la montagna ma il suo arrivo risveglierà leggende che si credevano perdute e superstizioni mai del tutto sopite. Un viaggio nella natura d'Abruzzo, tra peccati, paure e virtù, all'ombra dell'Arazzecca e della sua leggenda. La fuga de 'ru Scurdat La Seconda Guerra Mondiale e finita da poco e, tra le macerie della piccola cittadina di Castel di Sangro, Peppe detto ru scurdat si ingegna per combinarne un'altra delle sue. Il destino però è beffardo e, quella notte, chiederà a Peppe il conto per tutte le sue malefatte. Rufo e la fario Un giorno di primavera, giocando sulle rive del Sangro, Rufo scorge una enorme trota fario nuotare contro corrente. Quell'avvistamento cambierà la vita del ragazzino che darà anima e corpo per apprendere l'arte della pesca col solo obiettivo di insidiare la grande trota. Una storia di avventura ed amicizia tra un ragazzo ed un vecchio pescatore, uno spaccato della vita dell'Abruzzo del primo novecento che scorre come il lento fluire del lungo fiume, alla ricerca del significato ultimo dell'arte della pesca.
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