L'obiettivo principale di quest'opera è quello di superare l'opinione che si è mantenuta per tutta la storia della filosofia sui Sofisti, pensatori del V secolo a.C., come semplici disinteressati alla giustizia e alla verità, e come avversari di filosofi come Socrate, Platone e Aristotele. Il libro inizia problematizzando le fonti e i resoconti di questi pensatori, ricostruendo le loro idee alla luce dell'intero contesto di conflitto e cambiamento in cui si trovavano, emergendo come veri e propri rappresentanti del nuovo ordine democratico. Un'attenzione particolare è rivolta alla loro influenza sulla democrazia diretta nell'Antica Grecia e alla loro importanza per il campo del diritto, chiarendo che si occupavano realmente di questioni giuridiche. Questi pensatori avevano una concezione della giustizia che, sebbene relativistica, non era arbitraria. Ci sono vari criteri da loro menzionati riguardo alla giustizia, che vengono commentati in questo libro. Inoltre, vengono affrontati vari altri temi giuridici discussi dai sofisti, come la distinzione tra phýsis e nómos, varie critiche ai sistemi di potere e discussioni sull'educazione e sulle tecniche giuridiche.
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