Il giogo della felicità. Il "giogo" è un pezzo di legno usato per agganciare gli animali da soma ai loro carri. Inizio con questa provocazione sull'imposizione di discorsi di ordine che legano i soggetti del XXI secolo alla necessità di essere felici ad ogni costo. Sostenuti da alcune idee di Foucault, Freud e Nietzsche, tra gli altri, articoliamo punti e contrappunti della felicità. Questa trama non è tanto l'esposizione di una critica particolare, quanto piuttosto un tentativo di mettere in discussione ciò che viene stabilito sulla felicità, di distinguere gli eventi che la promuovono, di presentare le reti di conoscenza che la propagano e di trovare possibili modi per sfuggire al giogo che il discorso della felicità ci opprime. Ci sforziamo di presentare la felicità nel suo presunto rapporto di completezza e i suoi contrappunti in tre aree dell'esistenza umana: consumo, corpo e religione. Non è un articolo contro la felicità o contro la negatività del suo raggiungimento, tuttavia, partiamo dall'ipotesi che il modo imponente in cui la felicità viene presentata dalla cultura attuale, ha più possibilità di promuovere l'impotenza che la realizzazione creativa del soggetto.