La questione che si propone è se la relazione sia un'esigenza solo di natura etica o, invece, una struttura propria della persona umana, dunque, di natura ontologica. Si mette in evidenza che la persona non è in primo luogo un essere-individuale, orientato verso se stesso, ma per essenza è un essere-con-gli-altri, un essere in comunione con le altre persone. Come direbbe Zubiri, la persona è una "sostantività aperta", che non consiste in "apertura verso altra realtà, ma apertura verso la propria realtà umana in quanto realtà". L'agire umano è certamente aperto e in relazione agli altri. Ciò che si mette in evidenza qui non è solo l'apertura dell'agire, bensì dell'apertura della realtà umana stessa. L'accoglienza o il rifiuto dell'altro, presuppongono questa apertura costitutiva.