norbert conrad kaser (rigorosamente con le iniziali minuscole) è considerato il "maggior poeta italiano di lingua tedesca". L'affermazione risulta stridente, quasi un ossimoro, ma è in qualche misura emblematica del destino da outsider che ha contraddistinto la breve quanto intensissima vita dell'autore sudtirolese, nella quale si riflettono le vicende tumultuose di una terra di confine. Conosciuto e valorizzato nel mondo di lingua tedesca solo post mortem, in Italia se ne rilevano appena le tracce letterarie. Nativo di Brunico, figlio di un dopoguerra carico di tensioni, dotato di un'intelligenza fuori dal comune e di uno spirito irriducibilmente laico, dovette tuttavia ripetere svariate volte l'esame di maturità e per un breve periodo coltivò un singolare sentimento religioso. Maestro elementare di grande sensibilità nelle isolate scuole di montagna, fu costretto ad abbandonare l'insegnamento per le ripetute crisi di alcolismo; uomo di pace e di dialogo interetnico come Alex Langer, fu però emarginato anche per il suo giudizio schietto e abrasivo sulla società sudtirolese e le sue istituzioni culturali. Questo romanzo biografico non ha bisogno di espedienti artificiosi per risultare avvincente: la sofferta esistenza di kaser, conseguenza del suo carattere irto di contraddizioni, è un susseguirsi di punti di svolta strabilianti. Tanta materia incandescente viene trattata attingendo in particolare all'imponente mole di lettere che egli scrisse e che ne rivela l'intimità, le inquietudini e pure gli amori, quasi sempre fuori dagli schemi. Un racconto appassionato che vuole essere un tributo non solo a un geniale scrittore, ma al protagonista, suo malgrado, di una stagione storica, figlio illegittimo e mai accettato di una terra complessa.
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