Tradizionalmente la pace è stata definita dall'assenza di violenza diretta, ma in questo libro l'autore introduce una nuova percezione di ciò che rende le società considerate pacifiche. Guidato dal nuovo concetto di Pace Positiva dell'Istituto per l'Economia e la Pace (IEP), l'autore è fermamente convinto che in quest'epoca la mera assenza di violenza o di conflitti non garantisca una vita migliore all'umanità, ma che l'ideale sia la ricerca dello sviluppo attraverso un quadro di Pace Positiva. In questa pubblicazione, l'autore ha esaminato un programma di sicurezza alimentare finanziato dall'USAID e attuato in Zimbabwe, trovando che il suo approccio pragmatico per porre fine all'insicurezza alimentare, all'abiezione della povertà e ad altre tragedie (violenza strutturale/sofferenza sociale) è in linea con i pilastri della Pace Positiva a livello micro. Pertanto, nella lente della Pace Positiva, l'autore ritiene che tali tragedie siano di fatto guerre che dovrebbero essere combattute e vinte, in particolare nel Sud del mondo. Questa pubblicazione concisa e completa si rivolge ai responsabili politici, alla comunità dei donatori, agli accademici e agli enti di ricerca, in quanto invoca un'analisi critica e propone soluzioni per gli attuali problemi che il mondo si trova ad affrontare in questa epoca.