Lo scopo del diritto internazionale è quello di aprire una strada che consenta a ciascuno di vivere senza danneggiare l'altro, in un'ottica di cooperazione e compromesso. Pertanto, l'utilizzo di un fiume transfrontaliero in modo equo e ragionevole è giustificato dal diritto internazionale dell'acqua. Il bacino del Nilo, che comprende i Paesi rivieraschi dell'Africa nord-orientale, con l'istituzione della CFA porta la speranza di aprire la strada a un utilizzo equo e ragionevole dell'acqua del Nilo e delle sue risorse da parte di tutti i Paesi rivieraschi superiori e inferiori. Tuttavia, con l'intenzione di utilizzare il fiume Nilo da parte degli Stati rivieraschi, principalmente l'Egitto, questi ultimi insistono nell'incorporare nel CFA del bacino del Nilo un termine indeterminato, elastico, ambiguo e non legale, chiamato principio di "sicurezza idrica", che potrebbe consentire loro di conservare la propria storica egemonia di potere sui Paesi rivieraschi del Nilo. Questo chiude la porta al principio fondamentale internazionale che suggerisce fortemente di utilizzare il fiume transfrontaliero in modo equo e ragionevole. Inoltre, ha fatto pendere l'ago della bilancia verso l'indesiderabile risultato di congelare lo status quo in un processo negoziale senza fine o di riportare i negoziati decennali in un vicolo cieco.