La parafrasi del titolo "il punto di vista dei leoni" riprende il noto proverbio africano: "finché i leoni non avranno i loro storici, le storie di caccia continueranno a glorificare il cacciatore". È una formula che rende inseparabili storia e potere: primo, stabilendo una coscienza di identità collettiva tra gli oppressi; secondo, dispiegando questa oppressione nell'accesso ineguale ai mezzi di produzione della conoscenza storica. Qui sta il problema di questo libro: come cambiare il presente, il colonialismo nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale (o la caccia nel proverbio citato) era legato al cambiamento delle storie che i colonizzatori (o cacciatori) promuovevano? L'attualità di questo problema è flagrante quando le proteste scatenate dalla brutalità dei poliziotti che a loro volta hanno portato alla morte di George Floyd a Minneapolis (USA) danno luogo a manifestazioni iconoclaste contro la schiavitù e i monumenti coloniali in vari centri urbani del mondo atlantico.