"La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità": con quest'immagine suggestiva si apre l'enciclica di San Giovanni Paolo II, che ha come obiettivo quello di entrare nelle pieghe generative del rapporto esistente tra teologia e filosofia. In quest'opera breve spero possa emergere in filigrana la bellezza ed insieme la fatica dell'elaborazione di un "pensiero credente", alimentato nella mia vita innanzitutto in modo semplice e schietto dai miei famigliari e dalle persone che il Signore ha posto sul mio cammino. Contrariamente all'estrinsecismo, che potrebbe erroneamente considerare le due istanze presenti nel titolo dell'enciclica ponendole come divergenti o addirittura avversarie, esse per la loro stessa natura non si ostacolano, poiché esigono un rapporto di sostegno critico vicendevole, che apra l'orizzonte all'universalità, in quanto la fede non conosce confini. Muovendo da questa prospettiva, corroborate dall'evento cristologico, esse attuano la possibilità di entrare nella "luce della fede" che può accompagnare anche la notte più buia, perché "la Luce vera venuta nel mondo illumina ogni uomo". (Gv 1,9)