Seguendo gli approcci discorsivi delle scienze sociali, in particolare della psicologia sociale, in questo saggio vengono analizzati due importanti episodi critici della rivoluzione portoghese del 1974. Studiando la retorica politica dei due principali partiti di sinistra, il Partito Socialista e il Partito Comunista Portoghese, l'autore cerca di individuare le linee di demarcazione dello spettro di sinistra dell'epoca, riflettendo anche sulla situazione odierna, in cui un'alleanza politica permette a un governo socialista di minoranza di governare il Paese, sostenuto in parlamento dagli altri partiti di sinistra. Questa coalizione di sinistra sta attuando politiche volte a invertire le politiche ultra-liberali imposte dalla Troika e aggravate dal precedente governo neo-liberale, il cui premier intendeva andare "oltre" l'agenda della Troika. Tali politiche hanno portato a un grave impoverimento del Paese, alla precarizzazione del lavoro, a una massiccia emigrazione giovanile, alla privatizzazione di settori economici chiave e di servizi pubblici e di pubblica utilità, come le Poste portoghesi (Correios de Portugal). L'autore condivide un'ultima riflessione sull'attuale alleanza e sulla sinistra portoghese (in particolare il Partito Socialista).
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