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L'intento principale di questo libro è ricostruire le dimensioni geografiche della prima globalizzazione in età moderna, mettendo in evidenza la natura dinamica ed eterogenea degli interessi europei, gli attori, le transazioni e gli eventi, che hanno plasmato questo periodo tumultuoso, in cui le espansioni coloniali delle potenze atlantiche stavano modellando la storia dei continenti extra-europei. La rilevanza del commercio internazionale incominciò avere una grande influenza sulla politica europea, grazie alla prima espansione dell'economia a livello globale. L'aumento degli scambi e le…mehr

Produktbeschreibung
L'intento principale di questo libro è ricostruire le dimensioni geografiche della prima globalizzazione in età moderna, mettendo in evidenza la natura dinamica ed eterogenea degli interessi europei, gli attori, le transazioni e gli eventi, che hanno plasmato questo periodo tumultuoso, in cui le espansioni coloniali delle potenze atlantiche stavano modellando la storia dei continenti extra-europei. La rilevanza del commercio internazionale incominciò avere una grande influenza sulla politica europea, grazie alla prima espansione dell'economia a livello globale. L'aumento degli scambi e le nuove occasioni allo sviluppo dell'attività capitalistica si accentuarono sensibilmente nella prima metà del Cinquecento. Le scoperte, le conquiste e le esplorazioni dei territori d'oltremare permisero all'economia europea di divenire sempre più mondiale, via via che le distanze diminuirono, con una ripartizione più o meno perfetta dello spazio in zone economiche complementari, legate tra loro, gerarchizzate in un ordine geograficamente disegnato. La realizzazione di presidi commerciali e la conquista di colonie determinarono che una aliquota costantemente più fondata della ricchezza d'Europa si concentrasse sul mare. Dottrina economica dai confini invero non ben precisi, il mercantilismo mise in primo piano la creazione di un eccedente commerciale, incoraggiando i conflitti marittimi. Come sostiene il politologo francese Raymond Aron, sulle relazioni fra economia e politica delle nazioni, la dottrina mercantilista ebbe come punto di partenza la formula: L'argent est le nerf de la guerre, citazione ripresa da Colbert che, nel 1666, aveva dichiarato il commercio nerbo delle finanze e le finanze nerbo vitale della guerra. Il mercantilismo ebbe così nella guerra economica il suo sbocco naturale, e fu quindi un utile strumento per motivare, sul piano ideologico, le politiche di espansione coloniale e di affermazione dello Stato moderno.