La storia dell'arte conosce relativamente pochi pittori che, oltre a praticare il mestiere di creare disegni, dipinti e affreschi, si sono preoccupati di parlare e soprattutto di scrivere di loro, delle loro opere, della loro tecnica, di se stessi e dei loro contemporanei o, in generale, della loro "filosofia dell'arte". Tra i più illustri ci sono Leonardo da Vinci e Delacroix, ma anche alcuni "moderni", come Maurice Denis e Paul Signac. Anche Vasarely appartiene al gruppo di artisti che, per tutta la vita, hanno avuto il "desiderio di scrivere". La sua preoccupazione per il linguaggio, per non dire la lessicografia, accompagnò la sua attività artistica fin dal suo arrivo a Parigi nel 1930. Da iconoclasta, ha modificato la comprensione semantica di parole "banali" come creare, creatore o creazione, per non parlare di espressioni come alphabet plastique, cité polychrome, folklore planétaire o unité plastique. Queste - sebbene includano parole che, separatamente, non hanno nulla di nuovo in termini di significanti - saranno riempite nel suo uso con significati mai visti prima.
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