La migrazione, e la questione connessa della femminilizzazione dei flussi migratori, è un fenomeno di sempre maggiore importanza. La ricerca sui consumi si è occupata dell'acculturazione dei consumatori, così come del genere, ma raramente di entrambi, ignorando tale sviluppo. Sulla base di dati qualitativi sulle donne rumene immigrate in Italia e sulle loro pratiche di consumo alimentare, l'autrice sostiene che queste donne fanno uso delle risorse simboliche originate nel mercato per rinegoziare la loro ascritta identità di genere tradizionale, e per negoziare la loro posizione dominante nella società italiana. In questo modo, la ricerca aggiunge una nuova dimensione alla corrente di ricerca postassimilazionista sull'acculturazione dei consumatori, sostenendo che anche i migranti transfrontalieri di basso livello e a basso reddito che non possono partecipare pienamente alla cultura dei consumi possono utilizzare le sue risorse simboliche, cioè la rappresentazione della donna moderna sul mercato, per creare identità di genere ibride. Allo stesso tempo, il libro problematizza i tradizionali metodi di segmentazione basati su variabili socio-demografiche e offre nuovi strumenti per indirizzare i mercati degli immigrati.