La questione dell'immunità del capo di Stato è diventata molto attuale negli ultimi anni e ha alimentato innumerevoli controversie dottrinali. Le recenti iniziative procedurali hanno permesso di ravvivare un settore che, a causa della scarsità di giurisprudenza, era in gran parte oscurato dalla dottrina. La concessione dell'immunità giurisdizionale al capo di Stato da parte del diritto internazionale persegue un obiettivo di protezione, la cui giustificazione può essere trovata solo nella posizione molto speciale che egli occupa nel suo Stato e nella natura della sua funzione. Tuttavia, l'orrore dei massacri nella ex-Jugoslavia nel 1993 e il genocidio ruandese nel 1994 hanno portato alla creazione dei Tribunali penali per la ex-Jugoslavia e per il Ruanda. Questi tribunali ad hoc hanno rilanciato l'idea di creare una Corte penale internazionale permanente che fornirebbe il trattato della Corte penale internazionale. Tutti questi meccanismi escludono l'immunità penale del capo di Stato quando è sospettato di aver commesso atti che costituiscono crimini internazionali, in particolare crimini di guerra, aggressione, crimini contro l'umanità e genocidio.
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