In primo luogo, viene fatta una transizione dal modello di capitale internazionale del libro precedente - quello "binario" con gli IDE (afflussi) e i loro pari, gli IDE (deflussi) per ogni paese - a un altro modello - quello "unitario", in cui l'investimento internazionale significa transazioni cumulative in dollari nei flussi tra paesi. È da qui che derivano concetti come il fatturato (Caf), il capitale di cooperazione (Ccp), i flussi a lungo termine (Flp) e infine le sezioni trasversali di capitale intranazionale. È questo nuovo modello che riesce a identificare i flussi diretti tra i paesi meglio del modello precedente - dove il quadro dei flussi internazionali di capitale appariva come "un gioco di palle tra pochi paesi centrali", da cui sfuggivano "alcune palle verso paesi terzi". E questa era l'espansione del capitale dal "centro" al "resto del mondo". Quindi è ancora il nuovo modello che vede i flussi di capitale svilupparsi negli spazi (concreti) delle sezioni - veri e propri mercati internazionali autonomi dei capitali - ed è da qui che possiamo imparare, quindi, da dove vengono i capitali srotolati in ogni continente, in ogni regione.
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