Il libro cerca di analizzare la disposizione di legge (art. 387, punto IV, del Codice di Procedura Penale, inserito dalla Legge 11. 719/2008) che stabilisce che il giudice penale debba fissare un risarcimento minimo per la vittima come riparazione dei danni. Il diritto penale è spesso così attento alla figura dell'imputato da stabilire misure di prevenzione, punizione e risocializzazione nella società. D'altro canto, la figura della vittima rimane dimenticata, con i postumi e i segni lasciati dai crimini che non potranno mai essere dimenticati. Tuttavia, questa disposizione è riuscita a dare maggiore visibilità a queste vittime, fissando un importo minimo per il trattamento psicologico? E le azioni dei membri della magistratura possono influenzare il modo in cui questi problemi vengono affrontati? Sono in discussione il trattamento rispettoso della dignità della persona umana garantito all'imputato e l'equità del risarcimento dei danni alla vittima e ai suoi familiari, che vogliono solo guardare il tramonto così com'è. Pertanto, il grido della vittima è che la sua angoscia e la sua tristezza dovrebbero pesare molto quando si tratta di stabilire il risarcimento, seguendo quello che chiamiamo garantismo integrale.