Tutto comincia quando nascono i bambini con disabilità... vengono messi in braccio ai genitori senza nessuna risposta: ha una malattia rara, ha avuto una sofferenza da parto... non viene spiegato nulla... intorno a loro c'è il vuoto! Avere un figlio disabile è un grosso impegno, ma non sicuramente una disgrazia: io sono genitore come gli altri, ho voglia di vivere come gli altri, amo i miei figli allo stesso modo di tutti gli altri genitori. Ho però la vita molto più difficile, perché la società non è preparata. Vedere i bambini che si spingono all'uscita di scuola, sentire le altre mamme che parlano del futuro dei loro figli come se tutto fosse scontato e programmabile e sentirsi diversi, non tanto nei fatti, quanto nella propria profonda, direi persino fisica, consapevolezza della condizione umana. Le cifre di questo libro non devono suscitare compassione o un sentimento di pietà, sono atteggiamenti inutili in un Paese che dovrebbe sforzarsi di eliminare ogni tipo di discriminazione, devono invece servire a dare orgoglio, dignità e desiderio di inclusione sociale ai giovani disabili per cominciare a battersi per un mondo migliore basando le loro iniziative sull'evidenza dei numeri.