Il giudicato fraudolento costituisce un'anomalia procedurale contraria ai principi di giustizia e certezza del diritto. Pertanto, i giudici hanno il dovere legale di ripristinare i diritti violati a tutte le parti in causa e anche a terzi estranei al processo. Attualmente, il diritto processuale civile come diritto strumentale (aggettivo) è alimentato dal diritto costituzionale, che ha creato meccanismi a favore di quegli organi amministrati e giurisdizionali che tendono a garantire il fine ultimo di ogni processo: la giustizia, protetta dalla garanzia del giusto processo. Di conseguenza, si studiano i requisiti che renderebbero praticabile e possibile per i giudici determinare l'esistenza di una res judicata fraudolenta, al fine di ripristinare i diritti legali violati attraverso mezzi procedurali rapidi come il ricorso per annullamento. Tuttavia, è necessario attenuare il principio dispositivo e l'eliminazione del decorso del termine dell'azione per poter riconoscere i terzi che, dopo giorni, mesi o addirittura anni, vengono a conoscenza della sentenza passata in giudicato nell'esercizio delle loro pretese.