L'obiettivo di questo approfondimento è stato quello di interrogarsi sulla disparità di criteri interpretativi tra i diversi operatori giudiziari in merito al principio costituzionale del primato della realtà sulle formalità concordate dalle parti, al contratto reale e alla non applicabilità della prescrizione all'azione. Utilizzando la linea giurisprudenziale sul principio costituzionale del primato della realtà sulle formalità stabilite dai soggetti dei rapporti di lavoro, si è riscontrato che, nonostante l'esistenza del contratto di realtà sia stata provata all'interno del processo, la sentenza, in alcuni casi, condanna l'ente convenuto a riconoscere e pagare i diritti lavorativi del lavoratore ricorrente e, in altri, si limita a dichiarare la prescrizione dell'azione, il che implica la violazione dei principi costituzionali di uguaglianza materiale, certezza del diritto ed effettivo accesso all'amministrazione della giustizia.