Questo libro analizza la natura e le implicazioni del coinvolgimento transnazionale di attori sub-statali e non statali per la conduzione della futura politica estera dei governi stranieri, sullo sfondo delle trasformazioni in corso nell'ambiente diplomatico. Attingendo principalmente a fonti documentarie, il libro sostiene che, nonostante l'esplosione dell'attività diplomatica nel periodo post-apartheid da parte di attori non tradizionali come il parlamento, i governi subnazionali, le imprese private e statali e una serie di attori della società civile, l'apparato di politica estera del governo straniero è rimasto per lo più non sincronizzato con questo panorama diplomatico in evoluzione. Le carenze nel ripensare e adattare l'architettura della politica estera del Paese alle nuove realtà diplomatiche fanno sì che la maggior parte dei governi stranieri debba ancora sfruttare appieno le competenze, le risorse e i legami transnazionali di questi "nuovi" attori della politica estera Il libro descrive un nuovo tipo di diplomazia, nota come "Diplomazia della Scienza". del XXI secolo si dimostri più efficace della diplomazia del passato per le grandi questioni che il mondo deve affrontare, come il cambiamento climatico, l'insicurezza alimentare e idrica,