Ha camminato nel tempo, attraverso i secoli e confini, si è occupato di renne, pecore o capre a seconda delle diverse zone della Terra. Appartenente alle origini della storia dell'intera umanità. Un tempo l'etichetta "pastore" era un passaporto. Oggi, è una figura umana a cui non viene data abbastanza riconoscenza per il suo contribuito, sin dall'antichità, a mantenere in buono stato molte aree verdi e a proteggerle. Nell'immaginario comune, è un uomo solitario, rude, orgoglioso, nell'ombra della società, affronta un quotidiano assai arduo per proteggere il suo gregge, capace di mantenere un forte contatto con la natura. In verità, abbiamo ancora molto da imparare dal pastore: osservando un altro modo di stare al mondo, ritroviamo una nuova consapevolezza, dei veri bisogni umani e del rapporto uomo-natura, una Natura madre, reale ed autentica, malvagia e benigna, nella sua presenza costante di vita e morte. Tutto ciò viene analizzato concentrandosi sull'area delle Alpi italiane efrancesi, territorio con cui si è maggiormente entrati in contatto, zona di importanti scambi culturali e di flussi migratori tra un versante e l'altro.