Questo breve saggio interviene nel caos pandemico scatenato dalla diffusione del virus Sars-Covid 19 delineando la trama di una defezione collettiva dal comando politico del capitalismo contemporaneo. I due autori chiamano questo gesto "sciopero d'esistenza". In una fase storica in cui l'ordine del discorso pubblico promuove uno sforzo di "ricostruzione", nonostante il virus circoli in modo incontrollato, l'idea, invece, è di sospendere il tempo, grippare i motori, ottenebrare gli schermi, in una parola: rovinare le rovine, come diceva Carmelo Bene nel Lorenzaccio. Su una mappa immaginaria, sulle tracce di Charlot e di altri poeti, artisti, rivoluzionari, innamorati, si disegnano percorsi verso una possibile diserzione generale. Sperimentando un esercizio di montaggio tra scrittura, immagini e immagini movimento, abbiamo a che fare con un'idea di destituzione dal tempo presente che potrebbe schiudere lo spazio per l'esercizio di una politica estranea alle istanze del potere.
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