La Corte costituzionale nell'Africa nera francofona, attraverso i suoi strumenti di controllo, esercita una funzione legislativa che trascende i poteri tradizionali conferitile dalla Costituzione. Questa nuova configurazione della giustizia costituzionale, osservata nei Paesi del campione, consolida la democrazia e lo Stato di diritto. L'obiettivo di questo studio è dimostrare che il custode del tempio costituzionale, attraverso le sue pratiche pretoriane, è innegabilmente diventato un legislatore giurisdizionale. Nell'ambito di un approccio scientifico, lo studio si concentra sui metodi e sulle tecniche di interpretazione utilizzati dalla Corte costituzionale per dimostrare come essa enunci le norme legislative. Emerge che il giudice, nello spazio nero francofono, con la sua audacia, è un vero e proprio legislatore. Tuttavia, deve moderare il suo potere legislativo per non essere trattato come un giudice che governa.