Tradizionalmente, i tribunali di uno Stato sono competenti solo per le persone che hanno commesso un crimine nel suo territorio (competenza territoriale). Gradualmente, il diritto internazionale ha riconosciuto che i tribunali nazionali potevano esercitare forme di giurisdizione extraterritoriale: per giudicare i crimini commessi fuori dal loro territorio, dai loro cittadini (giurisdizione personale attiva); contro i loro cittadini (giurisdizione personale passiva); o contro i loro interessi essenziali di sicurezza (giurisdizione effettiva). Inoltre, il diritto internazionale ha cominciato a riconoscere che i tribunali di uno Stato possono esercitare la giurisdizione, in assenza di fattori di collegamento, in nome della comunità internazionale nel suo insieme per quanto riguarda alcuni crimini gravi di portata internazionale (giurisdizione universale). Eppure l'attributo che permette a uno Stato di dispensare giustizia è sempre stato visto come una caratteristica della sua sovranità. Questo studio affronta il problema residuo tra il principio della sovranità statale e la lotta contro l'impunità attraverso l'attuazione della giurisdizione universale.
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