Questo libro si occupa della presenza metaforica dell'inferno in tre romanzi ispano-americani del ventesimo secolo: Cubagua, El Señor Presidente e Pedro Páramo. Il problema affrontato nasce dalla necessità di interpretare l'uso di questa metafora nel contesto dei processi discorsivi articolati nei romanzi contemporanei di fronte alla modernità capitalista. Si sostiene che l'inferno è usato metaforicamente per svelare criticamente gli aspetti sinistri dei processi di modernizzazione che si svilupparono tra gli anni '30 e '50 in America Latina. Attraverso questa risorsa estetico-retorica, denuncia il fatto che la modernità, lungi dal mantenere la promessa di emancipazione individuale e collettiva, ha generato condizioni di sottomissione politica, sociale ed economica che hanno implicato lo sfruttamento, la sofferenza e l'emarginazione di vasti gruppi sociali. In questo senso, ciò che il tropo in questione privilegia è la concezione del barroom come luogo di esclusione per eccellenza, la zona in cui gli individui che ostacolano il consolidamento di un certo ordine imposto in modo autoritario e violento vengono puniti con tormenti che si ripetono ciclicamente.