È possibile convivere con dispositivi e procedure tecnologiche senza diventarne dipendenti? È ancora possibile guardare un fiume senza vedere una centrale idroelettrica, o guardare il sole senza immaginare una parabola a energia solare che ne catturi i raggi, o credere negli dei senza ricordare la fortuna economica che il proselitismo religioso può portarci? Per rispondere a queste domande, ¿La questione del linguaggio in Heidegger: tra tecnica e serenità¿ cerca di comprendere la questione del linguaggio nel pensiero del filosofo Martin Heidegger, interrogandosi sul modo in cui esso viene considerato dal mondo tecnico (o tecnologico) e, a partire da questo, pensando a un cambiamento nel nostro rapporto con il linguaggio che permetta di considerarlo in modo originale o naturale. Per fare questo, è necessario cambiare il nostro modo di pensare, che si allontana dall'ambito calcolatore e oggettivo della tecnica e si orienta verso un modo di pensare che medita e riflette, che si sofferma veramente sulle cose e, in questo modo, si svolge serenamente, che l'autore chiama ¿serenità verso le cose¿, che porta anche a una critica che ripensa il modo in cui ci rapportiamo alle cose e al nostro modo quotidiano e contemporaneo di essere-nel-mondo.