Sono un architetto di formazione e attualmente lavoro come mediatore. Una domanda che mi viene spesso posta è: perché un architetto è diventato mediatore? La professione di architetto non consiste solo nel disegnare progetti. Richiede molto "feeling" per capire cosa vogliono i clienti. L'architetto deve essere in grado di individuare l'esigenza che sta dietro alla richiesta. Ci troviamo costantemente tra clienti, appaltatori e amministrazioni. L'architetto è quindi, in virtù della sua funzione, anche un mediatore. Le idee dell'architetto vengono tradotte in disegni. Per quanto riguarda la scrittura, si tratta della traduzione del significato della scrittura in segni. Il risultato di una mediazione deve essere scritto? Per me non esiste una risposta binaria a questa domanda. Non direi quindi né sì né no. La scrittura implica la capacità dell'uomo di passare dal linguaggio alla sua conversione in simboli il cui scopo è trasmettere la parola e condividerla.
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