"Se fossi un criminale, verrei con una pistola, gliela punterei alla testa e lo deruberei di tutto quello che ha, invece no, gli chiedo un po' del suo tempo perché mi ascolti e mi dia la possibilità di lavorare, non di rubare, io vengo per lavorare, non per rubare". Questo libro affronta il tema della stigmatizzazione sociale come fattore condizionante l'inserimento lavorativo della popolazione giovanile. Il problema della disoccupazione e del lavoro precario tra i giovani si manifesta nel quadro internazionale e nazionale, per questo motivo viene fatta una panoramica storica per capire come si è sviluppato il processo di stigmatizzazione dei giovani appartenenti a settori sociali vulnerabili ed emarginati. Questa visione dell'"altro" viene messa in discussione analizzando il ruolo della musica (Cumbia villera) e dei media. Sulla base di interviste a rappresentanti istituzionali e a giovani del quartiere Máximo Abasolo, abbiamo potuto analizzare diverse categorie e problemi che fanno parte della loro vita quotidiana: identità, lavoro minorile, discriminazione, stereotipi, tra gli altri. Vi invito ad ascoltare la voce di ogni giovane, unica e diversa da ogni altra.
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