La storia che viene raccontata in questo romanzo ha certamente dei risvolti di verità ma molti fatti sonno oggetto di allusioni e di ipotetici di fatti avvenuti. La storia è quella di Giuseppe in gergo chiamato "Peppe" che per casualità nasce al nord ma che vuole essere Siciliano per genitorialità. Il dualismo fatto di mentalità diverse che corrodono la sua vita e lo pongono di fronte ad una realtà diversa quella della Mafia. Un processo sociale che dura da tanti anni in una terra che radica nella mente delle persone il concetto di omertà come strumento di cautela per la propria famiglia superando quel grande parallelismo tra il potere dello stato e la mafia. Nella sua storia Peppe impara un modo di vivere diverso fatto di moine e di indifferenza e tanta ipocrisia che non aveva niente a che spartire con quello che i genitori gli avevano insegnato. Una storia intrigante con tante sfaccettature sociali ricche di pregnante potere decisionale sulla vita della gente e della stessa moglie. Una presa di coscienza della realtà molto diversa dal concetto di grande bellezza con una porta sempre aperta ai loschi interessi del capo di turno e di una politica connivente. Una normalità scolpita geneticamente nelle persone passive e accomodanti di un sistema colluso e molte volte affiliato alle cosche mafiose che attraverso i colletti bianchi governano i Comuni della Sicilia. Volere non è potere perché quello viene demandato ad altri.
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