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Davanti alla sofferenza, al dolore, ad ogni situazione di male in genere, che "non si sceglie, si patisce. Ci assale. Ci modifica", l'uomo non può restare indifferente. Egli sente di essere chiamato a reagire, prendendo una posizione. Quello del "defilarsi" può essere un atteggiamento: l'atteggiamento di chi sfugge alla responsabilità, scegliendo di rimuovere il problema e vivere un'esistenza banale. C'è poi chi preferisce la "rassegnazione": "Il soggetto prende atto della drammaticità della presenza del male nella sua vita. Ma lo inquadra all'interno di un determinismo fatalistico". La…mehr

Produktbeschreibung
Davanti alla sofferenza, al dolore, ad ogni situazione di male in genere, che "non si sceglie, si patisce. Ci assale. Ci modifica", l'uomo non può restare indifferente. Egli sente di essere chiamato a reagire, prendendo una posizione. Quello del "defilarsi" può essere un atteggiamento: l'atteggiamento di chi sfugge alla responsabilità, scegliendo di rimuovere il problema e vivere un'esistenza banale. C'è poi chi preferisce la "rassegnazione": "Il soggetto prende atto della drammaticità della presenza del male nella sua vita. Ma lo inquadra all'interno di un determinismo fatalistico". La "ribellione" è l'atteggiamento di chi rifiuta di accettare un determinato stato di prostrazione e si dispera. C'è infine chi dal dolore riesce a farsi stimolare, mettendosi alla ricerca del senso della propria esistenza: "La sofferenza svela, dunque, la potenzialità. Appella alla responsabilità. E questa è chiamata sempre a trasformare le sfide del dolore in stimoli per un amore più grande".
Autorenporträt
Giuseppe Raimondo, nato a Catania nel 1978, è educatore e giornalista pubblicista iscritto all'albo regionale dal 2007. Ha conseguito il baccellierato in filosofia nel 2004 presso l'Università Pontificia Salesiana di Roma; e il baccellierato in teologia nel 2009 presso l'Istituto Teologico "San Tommaso" di Messina.