Tra la loro cultura d'origine e quella della società d'accoglienza, gli adolescenti di origine immigrata possono trovarsi divisi tra due mondi e avere difficoltà a costruire la loro identità. Questo problema può portarli a commettere crimini come un modo per esprimere la loro sofferenza di fronte all'incoerenza del loro ambiente e per trovare un posto in questo mondo. Questa ricerca valutativa all'interno di un centro di azione educativa mi ha portato a proporre l'uso della transcultura/etnopsichiatria come un approccio che potrebbe favorire il trattamento degli adolescenti delinquenti con un background immigrato. Imparare a riconoscere l'altro nella sua differenza culturale, concedere un posto alla cultura dell'altro nella nostra pratica, questa apertura all'altro può permettere ai professionisti, così come ai giovani in difficoltà, di trovare un terreno di scambio e di comprensione reciproca.