Il testo affronta la questione della ridefinizione dell'arte dell'attore, nel contesto dei due progetti virtuali messi in scena da Mark Reaney e Ron Willis in Kansas (USA) nel 1995 e 1996: The Adding Machine e Wings. Viene affrontato il tema della tecnologia che spinge in avanti le frontiere della conoscenza, mentre l'arte, come sempre, è invitata a riflettere queste nuove esperienze. Il teatro virtuale implica, quindi, una ridefinizione della performance degli attori, del ruolo dei tecnici, della funzione dei registi e del rapporto con il pubblico. Lo studio discute, a livello teatrale, le relazioni esistenti tra il corporeo, lo psichico e l'artificiale, la formazione multidisciplinare dell'attore, la questione dell'attore diminuito, la questione del nuovo interprete e le preoccupazioni che sorgono in generale durante il processo di messa in scena in cui si utilizzano le nuove tecnologie. L'opera si rivolge agli specialisti del teatro e delle nuove tecnologie, nonché agli appassionati di teatro e di mondi virtuali.