L'obiettivo di questo libro è quello di esaminare, seppur brevemente, la possibilità dell'atipicità dell'aborto fino al terzo mese di gravidanza, secondo un'interpretazione costituzionale. A tal fine, si studia la criminalizzazione dell'aborto e le sue eccezioni legali e giurisprudenziali. Questa analisi intende contribuire al dibattito sull'aborto, dato che le differenze tra vietare e autorizzare l'aborto si basano fondamentalmente su valori morali, filosofici e soprattutto religiosi e, per quanto riguarda il diritto alla vita, è di fondamentale importanza interrogarsi sui diritti dell'individuo in modo ampio, dato che tutti sono generalmente protetti dallo Stato. La critica di quest'opera consiste nel trattare il diritto alla vita come un valore supremo e nell'utilizzare questa "sacralità" a scapito del diritto all'autonomia della volontà della donna, ma allo stesso tempo nel condonare l'aborto di un feto frutto di uno stupro, come se la vita in questione non fosse abbastanza "sacra". Quello che possiamo notare, in prima battuta, è che c'è un grande divario nella comprensione e nell'uso di questi principi all'interno del sistema giuridico del Paese, e in considerazione di ciò stiamo cercando una possibile delucidazione.