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Il presente lavoro vuole essere un primissimo approccio di studio riguardante un fenomeno di dipendenza patologica, il workaholism, tanto subdolo quanto in crescita nella nostra società. Lavorare tanto e essere tanto "occupati" è strettamente legato all'immagine che diamo di noi al mondo, ma soprattutto a noi stessi. La sua pericolosità infatti è data dal fatto che il lavoro di ciascuno è sempre intrecciato indissolubilmente con l'identità e "lavorare tanto" viene visto come una chiave per il successo e l'immagine del vincente. Il rischio di essere "workaddicted" è presente in qualsiasi realtà…mehr

Produktbeschreibung
Il presente lavoro vuole essere un primissimo approccio di studio riguardante un fenomeno di dipendenza patologica, il workaholism, tanto subdolo quanto in crescita nella nostra società. Lavorare tanto e essere tanto "occupati" è strettamente legato all'immagine che diamo di noi al mondo, ma soprattutto a noi stessi. La sua pericolosità infatti è data dal fatto che il lavoro di ciascuno è sempre intrecciato indissolubilmente con l'identità e "lavorare tanto" viene visto come una chiave per il successo e l'immagine del vincente. Il rischio di essere "workaddicted" è presente in qualsiasi realtà lavorativa ed è sempre meno controllabile, visti i cambiamenti repentini del mercato del lavoro e delle richieste ai lavoratori, professionisti o meno. Sembra strano parlare di workaddiction in un momento storico segnato dalla crisi, ma in realtà queste condizioni di instabilità economica e sociale, sembrano peggiorare la dipendenza.
Autorenporträt
Psicologa e psicoterapeuta, la mia formazione ha toccato diverse tematiche e diverse scuole. Ho cominciato la mia formazione occupandomi di dipendenze patologiche, mi sono interessata della tematica della resilienza e proseguendo, di psicologia e buddhismo, con particolare attenzione alla MindfulZen.