Dopo il primo volume, dedicato allo studio delle "figure attanziali del declino" nei romanzi dello scrittore neorealista portoghese Carlos de Oliveira: Casa na Duna, 1942, Pequenos Burgueses, 1948, Uma Abelha na Chuva, 1953 e Finisterra, 1978; questo secondo volume, intitolato "figure spaziotemporali del declino", adotta un approccio semiotico ed epistemologico ai volti del tempo e dello spazio. L'autore esplora i segni della decadenza umana con un apparato teorico basato su psicoanalisi (Gaston Bachelard), psicocritica (Charles Mauron), geopoetica (Michel Collot) e geocritica (Christine Baron). Lo spazio rurale del Gândara, un ambiente lunare in cui l'umanità lotta vicino al caos, è analizzato nei minimi dettagli. Il tempo cronologico è considerato nella sua inesorabile evoluzione verso la decadenza o nel conservatorismo fossilizzante che ispira nella piccola borghesia. Microcosmo della società portoghese all'epoca della dittatura di Salazar, il cerchio domestico è simboleggiato da paludi che fermentano e poi offrono i volti inquieti della metamorfosi verso la morte.