Questo lavoro è una lettura delle idee di Ludwig Wittgenstein sul linguaggio che utilizza il silenzio come filo conduttore. Il nostro obiettivo è duplice: il primo è quello di individuare le forme di silenzio nella vita e nell'opera del filosofo austriaco come tentativo di comprendere l'autore e il suo stile idiosincratico, caratterizzato da una scrittura asistematica e aforistica; il secondo è quello di individuare le forme di silenzio espresse nell'apprendimento della matematica scolastica sulla base dell'affermazione di Michael Peters secondo cui esiste un potenziale pedagogico nel modo in cui il filosofo intraprende la sua critica. Cerchiamo, attraverso una prospettiva non convenzionale "mostrata" da Wittgenstein, di identificare il non detto, mostrarlo e svelare l'incantesimo attraverso il linguaggio nei giochi che facciamo quotidianamente.