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Quando nel lontano 1980 apparve il sesto volume dell'Enciclopedia: Le Grandi Avventure dell'Archeologia, ero reduce da tre sole sessioni di ricerca antropologica sul campo: nel 1976 nella cittadina di Isiolo, nel Kenya settentrionale; nel 1978 nel villaggio Huave di Santa Maria del Mar, nell'istmo di Tehuantepec (Oaxaca, Messico); nel 1979 nella cittadina di Malakal, nella Provincia del Nilo Superiore (Sud Sudan).Oltre agli usuali problemi d'ordine burocratico e alle difficoltà logistiche, che immancabilmente attendono al varco ogni ricercatore non "da tavolino", a quei tempi già ero incorso…mehr

Produktbeschreibung
Quando nel lontano 1980 apparve il sesto volume dell'Enciclopedia: Le Grandi Avventure dell'Archeologia, ero reduce da tre sole sessioni di ricerca antropologica sul campo: nel 1976 nella cittadina di Isiolo, nel Kenya settentrionale; nel 1978 nel villaggio Huave di Santa Maria del Mar, nell'istmo di Tehuantepec (Oaxaca, Messico); nel 1979 nella cittadina di Malakal, nella Provincia del Nilo Superiore (Sud Sudan).Oltre agli usuali problemi d'ordine burocratico e alle difficoltà logistiche, che immancabilmente attendono al varco ogni ricercatore non "da tavolino", a quei tempi già ero incorso in diverse "avventure", tutte comunque andate a lieto fine. Così, dopo aver collaborato con diapositive all'apparato fotografico dell'Enciclopedia, pensai che sarebbe stato fantastico riuscire a realizzare l'"equivalente" antropologico! Progetto che a quei tempi era forse troppo grande per le mie "possibilità", così che non andò in porto... Oggi ritengo che età ed esperienza mi consentano di presentare ai lettori questa nuova trilogia dedicata agli Antropologi. Vi ho raccolto, le schede di 61 personaggi. Oltre a quella relativa ad una spedizione antropologica intercontinentale, svoltasi a cavallo tra il secolo XIX e XX.Gli uomini e le donne che hanno un "posto" in questa mia galleria virtuale, ciascuno nel proprio campo e nel proprio paese, sono personaggi indubbiamente d'eccezione e valgono, non solo per ciò che hanno fatto all'Università, o sul terreno. Tutti loro hanno difatti apportato straordinari contributi a scienza e conoscenza. Molti hanno avuto echi di portata mondiale e storica. E il loro vissuto continua tuttora a stupirmi. Poiché, man mano che mi sono addentrato nelle loro vite, sono rimasto sempre più colpito ed attratto da quelle che sono state le profonde passioni, che li hanno guidati sui loro strabilianti, se non unici, itinerari esistenziali e scientifici. Peraltro spesso in tempi ed epoche dove pressoché tutto risultava difficoltoso, pionieristico, pericoloso, impossibile. Poiché ci si doveva inoltrare con pochi mezzi, a volte anche con scarsi riconoscimenti, in terreni "geografici" e "culturali" prima di allora mai violati. Osservando e partecipando alla vita dei popoli più diversi, in particolare di quelli un tempo definiti "primitivi". Rischiando spesso la vita. Sempre ricercando la Verità e le risposte a mille interrogativi, hanno studiato le sfaccettature culturali dei gruppi umani. Questo volume contiene i primi venti protagonisti. Alcuni di essi si spinsero nelle inesplorate boscaglie del Mato Grosso e del Paraguay popolate dalle tribù indie. Ma si recarono anche tra i pellerossa delle praterie e dei semi-desertici altopiani del Far West. Per conoscerli, studiarli, registrarne i canti. Addirittura vivere con loro. Cioè "andando nativi". In un caso cercarono anche di "difenderli". Nell'Insulindia incontrarono i cannibali del Borneo e studiarono gli isolani di Alor. Nell'Asia sud-orientale si imbatterono nei popoli che vivevano sulle montagne e sopra le barche. Più volte attraversarono da ovest ad est il Continente Nero e nell'Africa centro-orientale scoprirono una moltitudine di popoli, mentre in quella occidentale un colpo di fortuna li fece incappare in uno straordinario "cantastorie". In seguito dovettero anche prendere atto come egli appartenesse ad un popolo che sapeva dell'esistenza di una stella nana visibile solo con il telescopio. E che dire di uno dei maestri dell'antropologia, che si interessò ai nudi Nilotici, ma anche ai Zande. Noti nella letteratura ottocentesca come Niam Niam, poiché cannibali? Ecco ora arrivare colui che, con le sue molteplici spedizioni, riscoprì prima di ogni altro lo spessore culturale delle civiltà autoctone africane. Infine un altro italiano a me molto caro, conosciuto quando ero ancora un ragazzo, scelse l'Africa come campo di ricerca. Trascorrendo la sua vita scientifica tra Etiopia, Somalia e Ghana. Anche gli Inuit hanno qui un lor
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