La questione della definizione di uomo è molto antica. La sua origine nel tempo è poco conosciuta. Ciò è dovuto alla difficoltà di universalizzare le teorie che determinano la sua conoscenza. Tuttavia, la storia della filosofia occidentale ci ricorda che la sua prima definizione fu proposta da Socrate. È caratterizzato dal costante desiderio di comprendere il messaggio inciso sul frontone del tempio di Delfi, da cui deriva la famosa formula "conosci te stesso". La sua riflessione ha fatto nascere la consapevolezza della sua ignoranza. Ed è questa ignoranza che lo dispone a conoscere le cose e a praticare la virtù. Ma ciò che è importante ricordare nella tradizione filosofica occidentale è che l'uomo è un essere bidimensionale, poiché è costituito da una psiche, cioè un'anima (spirito), e da un soma, cioè un corpo. Tale concezione della natura umana è contraria a quella di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, fondatore del paradigma della complessità. Egli concepisce l'essere umano sulla base di quella che chiama "antropologia fondamentale". Alla domanda su cosa sia l'uomo, risponde che si tratta di un essere "antropo-cosmico