Sono tante e contrastanti le espressioni con cui viene fatto riferimento della fede di Giorgio La Pira, da quelle che profeticamente lo qualificano come il "Sindaco Santo" (del quale del resto è in corso la causa di beatificazione), a quelle sarcastiche: il suo essere uomo di fede è stato spesso oggetto di ironia, non sempre a bassa voce, fino a suggerire che alcune decisioni epocali del primo cittadino di Firenze, come la requisizione di case e fabbriche in un'Italia orientata al liberismo, fossero costantemente precedute ed accompagnate dalla preghiera e dalla profonda convinzione di fare la volontà di Dio. Ebbene, pur essendo questa una nota di valore, di cui La Pira si sarebbe compiaciuto, e non di scherno, il libro dimostra, grazie a un lavoro di ricerca storica di atti e documenti che fino al momento della pubblicazione nel 1987 erano inediti, che La Pira requisiva con grande cognizione del diritto e delle istituzioni, tanto che le cause intentate contro le sue requisizioni non hanno mai avuto esito negativo per il Sindaco il quale, evidentemente, sapeva fare un buon uso laicamente razionale della legge.Oggi, a 35 anni dalla morte, mentre il mondo è attanagliato da una grave crisi economica, e la politica sembra perdere il senso dell'orientamento mostrando i limiti dell'assenza di un forte ancoraggio etico e di una visione strategica nel governo della res publica, impressiona la chiarezza di vedute e il convincimento che essere Sindaco della Gerusalemme d'Europa significasse dover svolgere una missione non solo per gli abitanti della città, ma per il mondo.
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