Un'educazione all'emancipazione parte dal presupposto che ogni essere umano è capace di costruire la conoscenza senza una relazione di dominio di chi sa su chi deve imparare. Pertanto, costituisce un problema per tutte le società, qualunque sia il luogo e il tempo per pensare alla condizione e alle possibilità della sua realizzazione. Affinché l'educazione nelle sue diverse sfumature (formale, non formale e informale) possa emancipare, cioè costruire soggetti autonomi nel pensare, parlare e agire, e, allo stesso tempo, gestire le differenze degli individui, come suggerisce J. Rancière, è necessario che: primo, sia un'educazione orizzontale dove sia i cittadini che l'educatore e il discente possano riconoscersi reciprocamente come soggetti uguali; e, secondo, sia praticata attraverso il metodo dell'autocostruzione permanente. Questo metodo, da un lato, permette ad ogni individuo di diventare sempre migliore nella sua vita quotidiana, sia nella personalità che nelle conoscenze e abilità, e dall'altro, genera le differenze tra gli individui nella stessa società, che sono giustificate dalla convinzione della loro disuguaglianza.