Le ferite da arma da fuoco al volto rappresentano una sfida seria per il chirurgo ricostruttivo facciale. Queste lesioni derivano da aggressioni, incidenti o tentativi di suicidio. A differenza dei traumi facciali contundenti, le lesioni balistiche comportano una significativa perdita di tessuto osseo e molle, il cui grado non è sempre evidente alla presentazione iniziale. La balistica è la branca della scienza che si occupa delle "leggi naturali che governano i missili a proiettile e le loro prestazioni prevedibili". La balistica interna è il comportamento dei missili all'interno della canna dell'arma; la balistica esterna è lo studio dei missili e del loro movimento nell'aria; la balistica terminale è lo studio della penetrazione di mezzi più densi dell'aria da parte del proiettile e dell'interazione tra il proiettile e tali mezzi. La migliore funzione ed estetica possibile si ottiene quando lo sbrigliamento e la ricostruzione dei tessuti duri e molli vengono effettuati in una fase iniziale e le deformità residue dei tessuti molli vengono affrontate in una fase successiva con interventi di revisione e lembi locali. Le ferite extraorali che non possono essere chiuse principalmente a causa dell'eccessiva perdita di tessuto sono gestite al meglio utilizzando lembi locali, regionali peduncolati e lembi microvascolari.