Nell'ultimo periodo prima dell'improvvisa chiusura nel novembre del 1819 la redazione del Conciliatore si era ampliata e aveva anche incluso il critico letterario ed ex monaco barnabita di origine cremonese Giuseppe Montani che, secondo quanto raccontò Piero Maroncelli avrebbe dovuto prendere in prospettiva il posto del Pellico. Questo progetto, però, non andò mai in porto. Finiti in carcere molti dei suoi amici milanesi e sottoposto anche egli ai pressanti interrogatori della polizia austriaca, Montani accolse sicuramente volentieri la proposta di trasferirsi a Firenze fattagli nel 1823 dal Vieusseux e divenne negli anni seguenti uno dei redattori più apprezzati e affidabili della rivista L'Antologia.1 La vicenda di Montani diventa, perciò, emblematica di una sorta di passaggio di consegne dal più battagliero Conciliatore alla più moderata Antologia, contraddistinte, però, entrambe dall'adesione agli ideali letterari e politici del Romanticismo.
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