Nella primavera del 1820 Silvio Pellico si innamora dell'attrice Teresa (Gegia) Marchionni (Firenze 1785 - Torino 1879) per cui scrive il vaudeville La festa di Bussone che viene rappresentato al teatro Re di Milano il 28 giugno 1820. Nell'agosto del 1820 Silvio Pellico si trova a vivere un momento particolarmente difficile. Prima deve affrontare la morte (per tisi) dello scrittore Ludovico Di Breme che, dopo la partenza di Ugo Foscolo per l'esilio, aveva rappresentato per lui un punto di riferimento affettivo e letterario, poi deve accettare il distacco da Gegia che lascia Milano con la compagnia teatrale, di cui fa parte. Unico confidente delle sue tristezze e e dei suoi dubbi resta dunque Piero Maroncelli, a cui il Pellico confida in un biglietto: "E' vero sono amato, ma non sono punto più felice di te. La lontananza accresce la mia passione; io non deliro che Gegia, e l'idea di non poterle più vivere vicino mi toglie ogni pace."
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