Il "repertorio" culinario di una cultura è influenzato dai suoi valori, dalla sua struttura religiosa, dai suoi livelli socio-economici, dal clima e dalla geografia del paese. Gli ebrei sefarditi espulsi dalla penisola iberica nel 1492 si stabilirono nell'Impero Ottomano e portarono con sé una cultura alimentare influenzata dalla loro eredità spagnola. Oggi, continuano a mantenere viva la loro cucina casalinga fatta di piatti naturali, sani e colorati sotto l'influenza del clima mediterraneo. Lo scopo di questo libro è quello di analizzare l'evoluzione della cucina sefardita turca, in collegamento con la storia degli ebrei residenti in Turchia. Il libro mette a confronto la cucina sefardita e quella ottomana per mostrare come entrambe abbiano contribuito e abbracciato con entusiasmo la cultura dell'altro. L'analisi dovrebbe essere particolarmente utile ai professionisti o a chiunque possa essere interessato a capire come una "cucina di comunità" sia sopravvissuta per più di cinque secoli, e fornire una direzione per lo studio di come possa continuare a vivere come espressione dell'identità di un gruppo etnico nell'attuale mondo della globalizzazione.
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