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Una monografia del 1927 di Brunetto Quilici che analizza l'evoluzione del sistema fiscale ebraico, dall'epoca nomade fino alla dominazione romana. Quilici esamina le diverse forme di tassazione, le istituzioni finanziarie ebraiche e il loro ruolo nella società, mettendo a confronto il sistema ebraico con quello di altri popoli antichi. L'originale aveva una gran parte in latino e parti in greco non tradotto: questa edizione presenta tutte le traduzioni in italiano per permettere una lettura più agevole. Il testo inizia con riferimenti biblici alla ricchezza in argento e oro, indicando una…mehr

Produktbeschreibung
Una monografia del 1927 di Brunetto Quilici che analizza l'evoluzione del sistema fiscale ebraico, dall'epoca nomade fino alla dominazione romana. Quilici esamina le diverse forme di tassazione, le istituzioni finanziarie ebraiche e il loro ruolo nella società, mettendo a confronto il sistema ebraico con quello di altri popoli antichi. L'originale aveva una gran parte in latino e parti in greco non tradotto: questa edizione presenta tutte le traduzioni in italiano per permettere una lettura più agevole. Il testo inizia con riferimenti biblici alla ricchezza in argento e oro, indicando una precoce attenzione verso i metalli preziosi. Si menziona l'esempio della vendita di Giuseppe, mostrando la pratica commerciale di scambi e transazioni anche in tempi remoti. Nelle prime fasi della storia israelita, viene descritta una forma di autarchia, un sistema economico in cui la comunità cerca di essere autosufficiente, anche se questa visione è considerata da alcuni, come esagerata. La terra è considerata di proprietà di Dio, con gli Israeliti in qualità di affittuari o coloni. In Egitto, la terra era proprietà del monarca, anche sotto gli Hyksos. I "capi egiziani" (esattori) erano impiegati per le corvées, non per la raccolta del terratico. Il racconto biblico di Giuseppe rivela l'accentramento della proprietà terriera nelle mani del faraone, in risposta a una grande carestia, vendendo e poi concedendo in affitto ai cittadini le terre, dietro pagamento di un quinto del raccolto. Il sacerdozio ebraico aveva caratteristiche uniche. Dopo Mosè, la tribù di Levi non diede altri capi al popolo ebraico, tranne durante la schiavitù. L'offerta di sacrifici era una pratica centrale. Le offerte erano sia cruente che incruente, con una parte destinata ai sacerdoti. Le offerte non potevano essere fatte in privato, ma dovevano svolgersi in luoghi sacri. Questo divieto mirava a mantenere l'autorità del sacerdozio. Il sistema di offerte comprendeva olocausti, offerte per il peccato e di riparazione, oltre a offerte di ringraziamento. La legge imponeva la presenza di doni "Non apparebis in conspectu meo vacuus". Il Sistema Monetario e il Riscatto: Il siclo era una misura di peso, non una moneta. La moneta cominciò ad essere usata più tardi, dopo la cattività. Il valore del riscatto di persone, case e terreni era determinato in base a diversi criteri e all'avvicinarsi del Giubileo (e dell'anno sabatico, che era di 7 anni). Le cifre corrispondevano ai prezzi medi degli schiavi. Il siclo del santuario era genuino e doveva corrispondere al peso conservato nel tabernacolo. I beni votati e non riscattabili diventavano cherem (anatema). Le decime erano un obbligo che doveva essere applicato sui raccolti e sugli animali; una parte destinata al Signore (sacerdoti/leviti), una per banchetti e una per i bisognosi (vedove, orfani, forestieri). La decima era prescritta in termini generali nell'Esodo e specificata nel Levitico, e nel libro dei Numeri sono indicate le ragioni. Il testo fa riferimento a tre diverse decime: Decima annuale per il culto e per i leviti. Decima triennale per i poveri. Decima per i sacerdoti dai beni di proprietà di questi ultimi. Esisteva un'offerta "primizia" "Decimas tuas et primitias tuas non tardabis reddere." Si discute sulla possibilità di riscattare le decime attraverso denaro. Le decime erano un argomento centrale, spesso fonte di invettive profetiche contro chi ne evitava il pagamento. La Proprietà e il Giubileo: La terra non poteva essere venduta in perpetuo. Ogni cinquant'anni, durante il Giubileo, i terreni dovevano tornare alle famiglie originarie. Il Giubileo mirava a mitigare le disuguaglianze e a prevenire l'alienazione perpetua del suolo. I contratti di vendita dovevano tenere conto della prossimità del Giubileo...
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