Questo libro tratta dell'inclusione sociale delle persone che hanno lasciato il sistema carcerario brasiliano attraverso il lavoro. Stigmatizzati dalla detenzione, nella loro ricerca di lavoro i detenuti incontrano barriere di discriminazione e pregiudizio. Sebbene la Costituzione federale del 1988 abbia sancito la dignità della persona umana e il valore sociale del lavoro come basi fondamentali della Repubblica, principi dello Stato di diritto democratico, esiste un enorme scollamento tra questi principi e la realtà. Senza lavoro, i detenuti non solo vedono limitato il loro diritto alla libertà, ma non riescono nemmeno a realizzarsi come esseri umani integri che partecipano attivamente alla società. Il diritto del lavoro non si occupa del lavoro umano solo da un punto di vista economico, ma amplia questa concezione nelle sue varie possibilità, avendo sempre come orizzonte il principio della dignità umana, cercando di stabilire un concetto giuridico che sia coerente con la realtà sociale, per renderlo pienamente efficace. Non si tratta quindi di uno studio sulla pena o sul crimine, ma sulle condizioni di lavoro post-carcerarie, e le analisi del pregiudizio e della discriminazione non sfuggono a questo ambito.
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